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Il diamante fiorentino

Pubblichiamo volentieri un articolo della nostra consigliera Barbara Santoro dedicato alla mostra ” Fiorentino – Il grande diamante di Toscana ” che si svolge in Palazzo Medici Riccardi grazie alla ricostruzione del maestro Paolo Penko amico e, a lungo, consigliere della nostra Associazione.

La Redazione

In una mostra esposta al museo di Palazzo Medici Riccardi possiamo vedere la riproduzione del meraviglioso manufatto dei Granduca di Toscana, noto con il nome di il” Fiorentino “,uno dei più preziosi e rari gioielli dei Medici ,oggi perduto.

Chiamato anche” Grande diamante” o” Blocchetto di luce” questo gioiello di bellezza preziosa, ci racconta la sua avventura .

Dobbiamo essere grati al maestro Paolo Penko per la ricostruzione di questo gioiello di raro splendore sparito in circostanze misteriose, che ora possiamo di nuovo ammirare.

Curata da Carlo Francini e Valentina Zucchi promossa dalla Città Metropolitana di Firenze e organizzata da MUS.E l’esposizione sarà visibile fino al 22febbraio 2022.

Cosimo II de’ Medici(1590-1621 ) volle omaggiare la sua consorte Maria Maddalena d’Austria di questo strabiliante dono, che è ben visibile nei ritratti di Giusto Suttermans, completato nel 1623, e in quello dipinto probabilmente da Domenico e Valore Casini, oggi di proprietà delle Gallerie Fiorentine .

L’ orafo artigiano Paolo PenKo, grazie ad una scrupolosa ricerca iconografica e sulle tecniche antiche, ha ricreato la preziosa montatura serpentinata con cui l’Imperatrice d’Austria era solita sfoggiare il diamante .Il serpente è stato realizzato con la tecnica della fusione in osso di seppia, perfettamente modellato per accogliere la riproduzione del “Fiorentino” in zirconia cubica. Questa pietra di dimensioni eccezionali e di color giallo citrino era nel diciassettesimo secolo la seconda gemma al mondo, dopo quella appartenente all’imperatore indiano Moghul.

Fu acquistato nel 1601 da Ferdinando I de’Medici che lo comprò dal portoghese Don Ludovico Castro, Conte di Montesanto. Ancora grezzo fu tagliato da Pompeo Studendoli, artigiano veneziano residente a Firenze che lo lavorò a lungo per renderlo perfetto.

Il risultato fu uno splendido gioiello di 139 carati a forma di mandorla con taglio a doppia rosa, di 9 lati e 127 faccette, di colore citrino che venne poi inserito entro una montatura pendente altrettanto sfarzosa.

La mostra ricostruisce attraverso testimonianze, disegni, inventari medicei, lettere e documenti d’archivio vari, i passaggi del gioiello, ma anche l’aspetto e le caratteristiche di una delle pietre più celebri al mondo, di cui si sono perse le tracce all’inizio del ventesimo secolo.

Questo manufatto prezioso, icona di lusso e di potere rimase a lungo nelle mani dei Medici e appare ancora nell’inventario stilato nel 1621 alla morte di Cosimo II. Il gioiello figura ancora nell’elenco dei gioielli che Maria Luisa de’Medici (Elettrice Palatina) fece compilare nell’inventario delle Gioie dello Stato di Toscana nel 1741. Nel 1918 con il crollo dell‘Impero Asburgico, i gioielli della corona d’Austria presero la via dell’esilio. In Svizzera con loro partì anche il famoso diamante e da allora non abbiamo avuto più sue notizie .

La mostra è intrigantissima e dobbiamo all’amico orafo e artigiano PAOLO PENKO un grande grazie, per aver saputo ricreare ai tempi nostri ,un manufatto prezioso che ci permette di poter vedere ancora una volta un pezzo di storia fiorentina.

BARBARA SANTORO

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